Personaggi: Osvaldo Borsani e la Villa di Varedo
Alla scoperta dell'abitazione progettata per il fratello e diventata, oggi, una sede della storia del design italiano
Un piccolo gioiello architettonico, ricco di opere d’arte e dettagli eleganti; una casa d’atmosfera dal fascino discreto in stile razionalista: tutto questo è Villa Borsani, situata nel piccolo paese di Varedo, 10 km a nord di Milano; qui, lungo una via del centro e dietro un alto muro coperto di edera si nasconde una casa speciale che noi di Houzz abbiamo avuto modo di visitare nel periodo di apertura al pubblico, avvenuto durante lo scorso Salone del Mobile.
In questo Ideabook vi raccontiamo la storia dell’edificio e della famiglia che lo ha abitato fino a pochi anni fa, una famiglia riservata, in autentico “stile milanese”: protagonisti sono i due gemelli Fulgenzio e Osvaldo Borsani, imprenditori lungimiranti che hanno fondato, nel 1953, Tecno, nota azienda italiana che produce mobili per ufficio.
Il 16 maggio ha anche inaugurato la prima retrospettiva completa dedicata a Osvaldo Borsani alla Triennale di Milano (maggiori dettagli in fondo). Un momento di riscoperta di una figura tanto importante per il design italiano.
In questo Ideabook vi raccontiamo la storia dell’edificio e della famiglia che lo ha abitato fino a pochi anni fa, una famiglia riservata, in autentico “stile milanese”: protagonisti sono i due gemelli Fulgenzio e Osvaldo Borsani, imprenditori lungimiranti che hanno fondato, nel 1953, Tecno, nota azienda italiana che produce mobili per ufficio.
Il 16 maggio ha anche inaugurato la prima retrospettiva completa dedicata a Osvaldo Borsani alla Triennale di Milano (maggiori dettagli in fondo). Un momento di riscoperta di una figura tanto importante per il design italiano.
Foto di Altopiano Studio
Borsani progettista
L’ambito di lavoro era principalmente legato agli ambienti della borghesia lombarda, fra studi professionali e uffici. I suoi progetti mescolavano il rigore dello stile razionalista con elementi della tradizione artigiana. Aveva inoltre una particolare sensibilità verso il mondo dell’arte, che lo hanno portato a realizzare interventi architettonici integrati e trasversali. Ha infatti spesso coinvolto nelle sue realizzazioni anche giovani artisti come Arnaldo Pomodoro, Bruno Munari, Ugo Mulas e Fausto Melotti, dandogli il compito di realizzare elementi unici come maniglie, fregi, supporti o ceramiche di rivestimento per camini.
In particolare, è da segnalare la sua lunga collaborazione e amicizia con Lucio Fontana, autore di veri e propri gioielli di raffinatezza dal grande valore estetico, che ritroviamo anche all’interno della villa.
Poltrona con struttura in legno di noce, 1946. Prodotta dall’azienda della famiglia Borsani ABV.
Borsani progettista
L’ambito di lavoro era principalmente legato agli ambienti della borghesia lombarda, fra studi professionali e uffici. I suoi progetti mescolavano il rigore dello stile razionalista con elementi della tradizione artigiana. Aveva inoltre una particolare sensibilità verso il mondo dell’arte, che lo hanno portato a realizzare interventi architettonici integrati e trasversali. Ha infatti spesso coinvolto nelle sue realizzazioni anche giovani artisti come Arnaldo Pomodoro, Bruno Munari, Ugo Mulas e Fausto Melotti, dandogli il compito di realizzare elementi unici come maniglie, fregi, supporti o ceramiche di rivestimento per camini.
In particolare, è da segnalare la sua lunga collaborazione e amicizia con Lucio Fontana, autore di veri e propri gioielli di raffinatezza dal grande valore estetico, che ritroviamo anche all’interno della villa.
Poltrona con struttura in legno di noce, 1946. Prodotta dall’azienda della famiglia Borsani ABV.
Archivio Osvaldo Borsani: bozzetto per sala riunioni palazzo Snam, tecnica mista, 1956
Borsani imprenditore
“Diventare moderni!” Questo il motto che spinge nel 1953 Fulgenzio e Osvaldo a fondare il gruppo Tecno e a staccarsi dall’Atelier di Varedo di proprietà del padre (poi ribattezzata ABV). Sono tra i primi in Italia a intuire l’importanza di trasformare il loro laboratorio artigianale e di provincia in un’azienda dal respiro internazionale, proiettata a creare e distribuire oggetti d’arredo su scala industriale attraverso una rete internazionale di rivenditori. Innovativa anche la scelta di promuovere l’azienda facendo pubblicità con brochure e cataloghi, capaci di rivoluzionare il modo in cui il design veniva commercializzato.
Tecno diventa famosa anche grazie al suo approccio costante verso la ricerca tecnologica. Dal punto di vista produttivo, la filiera è divisa principalmente in due settori: mobili per ufficio ed elementi d’arredo per la casa.
Al centro di Tecno c’è soprattutto il mondo del lavoro: sono celebri la scrivania T96 (1956) progettata per Mattei e gli arredi del palazzo ENI a San Donato Milanese, o il progetto Graphis (1968, ideato insieme a Eugenio Gerli) che rappresenta il primo sistema flessibile di arredi per ufficio con illimitate combinazioni di elementi che potrebbero adattarsi e crescere, per uno spazio di lavoro mutevole nel tempo. Un sistema dal design totalmente nuovo, che ha reso Tecno un leader mondiale di mobili per ufficio moderni.
L’azienda ha inoltre prodotto numerosi pezzi ormai diventati dei classici ed entrati a far parte di musei come il MoMA di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Centre Pompidou di Parigi e la Neue Sammlung di Monaco. Si tratta di icone di design amate e prodotte ancora oggi: la poltrona P40, il divano D70, la P110 Canada Chair e il più recente Nomos Table di Norman Foster, per citarne solo alcuni.
Borsani imprenditore
“Diventare moderni!” Questo il motto che spinge nel 1953 Fulgenzio e Osvaldo a fondare il gruppo Tecno e a staccarsi dall’Atelier di Varedo di proprietà del padre (poi ribattezzata ABV). Sono tra i primi in Italia a intuire l’importanza di trasformare il loro laboratorio artigianale e di provincia in un’azienda dal respiro internazionale, proiettata a creare e distribuire oggetti d’arredo su scala industriale attraverso una rete internazionale di rivenditori. Innovativa anche la scelta di promuovere l’azienda facendo pubblicità con brochure e cataloghi, capaci di rivoluzionare il modo in cui il design veniva commercializzato.
Tecno diventa famosa anche grazie al suo approccio costante verso la ricerca tecnologica. Dal punto di vista produttivo, la filiera è divisa principalmente in due settori: mobili per ufficio ed elementi d’arredo per la casa.
Al centro di Tecno c’è soprattutto il mondo del lavoro: sono celebri la scrivania T96 (1956) progettata per Mattei e gli arredi del palazzo ENI a San Donato Milanese, o il progetto Graphis (1968, ideato insieme a Eugenio Gerli) che rappresenta il primo sistema flessibile di arredi per ufficio con illimitate combinazioni di elementi che potrebbero adattarsi e crescere, per uno spazio di lavoro mutevole nel tempo. Un sistema dal design totalmente nuovo, che ha reso Tecno un leader mondiale di mobili per ufficio moderni.
L’azienda ha inoltre prodotto numerosi pezzi ormai diventati dei classici ed entrati a far parte di musei come il MoMA di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Centre Pompidou di Parigi e la Neue Sammlung di Monaco. Si tratta di icone di design amate e prodotte ancora oggi: la poltrona P40, il divano D70, la P110 Canada Chair e il più recente Nomos Table di Norman Foster, per citarne solo alcuni.
Foto di Mary Gaudin
Villa Borsani a Varedo
Villa Borsani è ancora splendidamente conservata, moderna e sofisticata, tanto da sembrare sospesa nel tempo.
La casa è stata progettata e costruita da Osvaldo per il fratello gemello Fulgenzio tra il 1943 e il 1945, per poi essere abitata da tre generazioni della famiglia Borsani, fino al 2008.
Stile architettonico
L’edificio, di circa 800 m², è progettato seguendo lo stile razionalista, con volumi rigorosi e ampi e ambienti luminosi, ed è costruita con struttura in mattoni e stucco.
Gli esterni
È una casa unifamiliare indipendente, arretrata rispetto alla strada e separata dalla via carrabile attraverso un muro su cui scorre una grande apertura; è circondata da un ampio giardino ombreggiato con al centro una piccola piscina e comprende anche una pergola. Ha una facciata sobria con linee pulite e infissi dalle forme allungate.
Villa Borsani a Varedo
Villa Borsani è ancora splendidamente conservata, moderna e sofisticata, tanto da sembrare sospesa nel tempo.
La casa è stata progettata e costruita da Osvaldo per il fratello gemello Fulgenzio tra il 1943 e il 1945, per poi essere abitata da tre generazioni della famiglia Borsani, fino al 2008.
Stile architettonico
L’edificio, di circa 800 m², è progettato seguendo lo stile razionalista, con volumi rigorosi e ampi e ambienti luminosi, ed è costruita con struttura in mattoni e stucco.
Gli esterni
È una casa unifamiliare indipendente, arretrata rispetto alla strada e separata dalla via carrabile attraverso un muro su cui scorre una grande apertura; è circondata da un ampio giardino ombreggiato con al centro una piccola piscina e comprende anche una pergola. Ha una facciata sobria con linee pulite e infissi dalle forme allungate.
Foto di Mary Gaudin
Superato il cancello che delimita la proprietà ci troviamo sotto un grande portico pavimentato. Dall’ampia finestra si intravede il soggiorno.
L’insieme di linee rette che delineano questo fronte creano una visione prospettica dal forte stile razionalista. L’ingresso alla residenza avviene poi da una porta in legno sulla destra di questa immagine.
Superato il cancello che delimita la proprietà ci troviamo sotto un grande portico pavimentato. Dall’ampia finestra si intravede il soggiorno.
L’insieme di linee rette che delineano questo fronte creano una visione prospettica dal forte stile razionalista. L’ingresso alla residenza avviene poi da una porta in legno sulla destra di questa immagine.
Foto di Altopiano Studio
L’ingresso
Appena si entra in casa ci si ritrova davanti a una scenografica scala con barre di supporto rastremate in vetro temperato e corrimano in noce. Sul pavimento i colori alternati del marmo della Candoglia formano un’onda ripetitiva dal design moderno e dal gusto minimalista.
L’ingresso
Appena si entra in casa ci si ritrova davanti a una scenografica scala con barre di supporto rastremate in vetro temperato e corrimano in noce. Sul pavimento i colori alternati del marmo della Candoglia formano un’onda ripetitiva dal design moderno e dal gusto minimalista.
Foto di Altopiano Studio
Lo studio
Nella sala studio al piano terra, con ingresso adiacente alla scala, troviamo le poltrone e il divano P71 e D71 (1954), complementi d’arredo imbottiti e completamente smontabili, tra i primi ad avere queste caratteristiche e, proprio per questo, assolutamente moderni.
Lo studio
Nella sala studio al piano terra, con ingresso adiacente alla scala, troviamo le poltrone e il divano P71 e D71 (1954), complementi d’arredo imbottiti e completamente smontabili, tra i primi ad avere queste caratteristiche e, proprio per questo, assolutamente moderni.
Foto di Mary Gaudin
Il soggiorno
Al piano terra è situato anche il soggiorno, l’ambiente che rappresenta al meglio lo stile di Borsani: un mix perfetto tra architettura razionalista e mondo artigianale. A sinistra, sul pavimento in parquet con motivo decorativo a griglia, troviamo un tavolo rotondo di marmo intarsiato, con disegni di carte da gioco dell’artista Marcello Piccardo, e un set di sedie in noce disegnate da Osvaldo negli Anni 40.
Al centro della stanza trova spazio un gruppo di arredi più recenti, parte della collezione Tecno. Sulla parete risalta il camino in ceramica creato da Lucio Fontana nel 1948.
Il soggiorno
Al piano terra è situato anche il soggiorno, l’ambiente che rappresenta al meglio lo stile di Borsani: un mix perfetto tra architettura razionalista e mondo artigianale. A sinistra, sul pavimento in parquet con motivo decorativo a griglia, troviamo un tavolo rotondo di marmo intarsiato, con disegni di carte da gioco dell’artista Marcello Piccardo, e un set di sedie in noce disegnate da Osvaldo negli Anni 40.
Al centro della stanza trova spazio un gruppo di arredi più recenti, parte della collezione Tecno. Sulla parete risalta il camino in ceramica creato da Lucio Fontana nel 1948.
Foto di Laura Tedeschi
Primo piano
Salendo le scale ci troviamo di fronte a una scultura di Agenore Fabbri: da qui si accede alla camera degli ospiti con la scrivania T96 (1956) a forma di boomerang, commissionata da Enrico Mattei per arredare gli uffici ENI di San Donato Milanese.
Primo piano
Salendo le scale ci troviamo di fronte a una scultura di Agenore Fabbri: da qui si accede alla camera degli ospiti con la scrivania T96 (1956) a forma di boomerang, commissionata da Enrico Mattei per arredare gli uffici ENI di San Donato Milanese.
Foto di Mary Gaudin
La camera da letto padronale
La camera da letto dai toni azzurro mare è arredata con pezzi disegnati da Osvaldo Borsani: il tavolo da trucco decorato con conchiglie (1940), lo sgabello e una coppia di sedute (1942).
Per certi versi Villa Borsani si lega idealmente a Villa Necchi Campiglio sia per le soluzioni progettuali, sia per la storia familiare; sicuramente ha tutte le caratteristiche per essere aggiunta nell’ormai noto itinerario turistico nato nel 2008 delle Case museo, un percorso tra le più rinomate residenze milanesi.
Visitare Villa Borsani permette di conoscere meglio il talento creativo di questo architetto-designer e dare nuova vita a questa piccola gemma in stile razionalista.
La camera da letto padronale
La camera da letto dai toni azzurro mare è arredata con pezzi disegnati da Osvaldo Borsani: il tavolo da trucco decorato con conchiglie (1940), lo sgabello e una coppia di sedute (1942).
Per certi versi Villa Borsani si lega idealmente a Villa Necchi Campiglio sia per le soluzioni progettuali, sia per la storia familiare; sicuramente ha tutte le caratteristiche per essere aggiunta nell’ormai noto itinerario turistico nato nel 2008 delle Case museo, un percorso tra le più rinomate residenze milanesi.
Visitare Villa Borsani permette di conoscere meglio il talento creativo di questo architetto-designer e dare nuova vita a questa piccola gemma in stile razionalista.
Foto di Laura Tedeschi
Il mobile toeletta con superficie prismatica in legno e vetro fumè, e sgabello imbottito coordinato, disegnati entrambi negli Anni 40 da Borsani. Di questo mobile possiamo trovare i disegni originali tra i migliaia conservati nell’archivio a pochi passi dalla villa.
L’archivio storico
La villa, infatti, è anche sede dell’archivio storico Osvaldo Borsani (visitabile su prenotazione), dove è conservata una vasta documentazione, fra disegni, schizzi e fotografie, relativa ai progetti d’architettura d’interni e di disegno industriale redatti dall’architetto, oltre che tutti i progetti della società Tecno.
La villa si trova in via Umberto 148 a Varedo (MB). Attualmente è aperta al pubblico per tutta la durata della Mostra in Triennale, previo appuntamento.
Il mobile toeletta con superficie prismatica in legno e vetro fumè, e sgabello imbottito coordinato, disegnati entrambi negli Anni 40 da Borsani. Di questo mobile possiamo trovare i disegni originali tra i migliaia conservati nell’archivio a pochi passi dalla villa.
L’archivio storico
La villa, infatti, è anche sede dell’archivio storico Osvaldo Borsani (visitabile su prenotazione), dove è conservata una vasta documentazione, fra disegni, schizzi e fotografie, relativa ai progetti d’architettura d’interni e di disegno industriale redatti dall’architetto, oltre che tutti i progetti della società Tecno.
La villa si trova in via Umberto 148 a Varedo (MB). Attualmente è aperta al pubblico per tutta la durata della Mostra in Triennale, previo appuntamento.
In foto, l’allestimento della mostra dedicata ad Osvaldo Borsani alla Triennale di Milano
La mostra in Triennale
Per conoscere l’opera completa di Osvaldo Borsani è possibile visitare la mostra monografica inaugurata a metà maggio alla Triennale di Milano (in calendario fino al 16 settembre 2018). La mostra è curata da Norman Foster e Tommaso Fantoni ed è accompagnata da una recente pubblicazione: Osvaldo Borsani. Architetto, designer, imprenditore scritta da Giampiero Bosoni ed edita da Skira (2018).
Sono esposti oltre 300 oggetti e la ricostruzione di alcuni dei progetti storici, pezzi unici e icone classiche di Tecno. Proprio Foster ha disegnato l’ultimo prodotto prima della scomparsa di Osvaldo Borsani; si tratta del sistema Nomos con il quale ha vinto il prestigioso premio Compasso d’oro nel 1987.
Ingresso mostra
Intero: 9 Euro
Ridotto: 7,5 Euro
Biglietto unico per tutte le mostre: 12 Euro
Orari: Martedì - Domenica
10.30 - 20.30
La mostra in Triennale
Per conoscere l’opera completa di Osvaldo Borsani è possibile visitare la mostra monografica inaugurata a metà maggio alla Triennale di Milano (in calendario fino al 16 settembre 2018). La mostra è curata da Norman Foster e Tommaso Fantoni ed è accompagnata da una recente pubblicazione: Osvaldo Borsani. Architetto, designer, imprenditore scritta da Giampiero Bosoni ed edita da Skira (2018).
Sono esposti oltre 300 oggetti e la ricostruzione di alcuni dei progetti storici, pezzi unici e icone classiche di Tecno. Proprio Foster ha disegnato l’ultimo prodotto prima della scomparsa di Osvaldo Borsani; si tratta del sistema Nomos con il quale ha vinto il prestigioso premio Compasso d’oro nel 1987.
Ingresso mostra
Intero: 9 Euro
Ridotto: 7,5 Euro
Biglietto unico per tutte le mostre: 12 Euro
Orari: Martedì - Domenica
10.30 - 20.30
Chi era Osvaldo Borsani?
Osvaldo Borsani (1911-1985) è stato un architetto e un innovatore nel campo del design e, soprattutto grazie ai prodotti della sua azienda che hanno rivoluzionato il settore dell’arredo per ufficio, ha conosciuto il successo commerciale e professionale.
La sua proverbiale riservatezza non l’ha fatto però conoscere al grande pubblico e ad oggi rimane una figura ancora poco nota rispetto ai suoi più famosi colleghi dell’epoca come Gio Ponti, Vico Magistretti, Achille Castiglioni.
La lunga carriera di progettista si contraddistingue per un particolare dualismo: da una parte viveva il ruolo di creativo e dall’altra quello di imprenditore.
Vediamo insieme come si sono sviluppate le due anime di Borsani.