Ordine vs. Caos: i Nostri Oggetti ci Rendono Infelici?
Siete sommersi dalle vostre cose? Leggete i consigli degli home organizer di tutto il mondo per vivere e pensare in maniera più ordinata
Per la prima volta dal boom economico degli anni 70, il concetto “Less is more” di Ludwig Mies van der Rohe sta diventando realtà, almeno nelle case dei nuovi minimalisti, riscuotendo sempre più successo tra arredatori e proprietari di casa in tutto il mondo. Dopo aver accumulato per anni oggetti che avrebbero dovuto farci felici, i guru dell’organizzazione dello spazio e gli psicologi ci mettono sull’attenti: e se invece avere troppe cose in casa fosse fonte di disagio? Se per liberare la mente dallo stress dovessimo iniziare a inscatolare le cose vecchie?
Dopo anni passati a conservare calzini spaiati e cari vecchi quaderni delle elementari (mai riaperti), confesso che il dubbio di aver intasato il mio spazio vitale per nulla l’ho sempre avuto.
Grazie ad Houzz, ho raccolto i consigli dei guru del decluttering dalla Spagna al Regno Unito, che hanno condiviso i loro trucchi non solo per liberare spazio nel guardaroba, ma anche per recuperare un po’ di tempo libero nella nostra vita piena di impegni. Come? Apportando le giuste modifiche, individuando le cose che usiamo davvero e ponendoci dei limiti.
Dopo anni passati a conservare calzini spaiati e cari vecchi quaderni delle elementari (mai riaperti), confesso che il dubbio di aver intasato il mio spazio vitale per nulla l’ho sempre avuto.
Grazie ad Houzz, ho raccolto i consigli dei guru del decluttering dalla Spagna al Regno Unito, che hanno condiviso i loro trucchi non solo per liberare spazio nel guardaroba, ma anche per recuperare un po’ di tempo libero nella nostra vita piena di impegni. Come? Apportando le giuste modifiche, individuando le cose che usiamo davvero e ponendoci dei limiti.
La maggior parte di noi sogna una casa perfetta, uno spazio immacolato e sereno, senza impronte di ditate in cucina o polvere sugli scaffali, una grande cabina armadio e tomi ordinati per colore nella libreria. Ma in realtà, molti di noi si ritrovano con una casa minuscola piena di vecchi giocattoli, troppe scarpe, libri e documenti sparsi ovunque.
La quantità di cose nella nostra abitazione aumenta con il passare del tempo mentre, nonostante i traslochi e le ristrutturazioni, lo spazio rimane sempre lo stesso. Quindi che fare? Gettare via tutto senza guardarsi indietro, cambiare appartamento ogni sette anni, vendere tutto su eBay, o accettare il caos con stoica agiatezza? Dobbiamo seguire la regola ferrea “una cosa dentro, una cosa fuori” (ossia, per ogni nuovo acquisto liberiamoci di una cosa vecchia) o il motto più laissez-faire “la vita è troppo breve per il decluttering”?
Gli esperti e le loro soluzioni
Allora qual è il modo migliore per affrontare il disordine? Qui di seguito, alcuni home organizer professionisti e declutter da tutto il mondo raccontano le loro storie, prima di affrontare i comuni dilemmi sul decluttering.
Sostenere il minimalismo, in Giappone
Fumio Sasaki gestisce il blog Minimal & ism e ha scritto il popolare libro We Do Not Need Things Any More, nel quale ci descrive come è diventato un minimalista. Il suo approccio è piuttosto estremo, con un brevissimo elenco di oggetti essenziali rimasti nella sua vita e nella sua casa, ma si è rivelato un successo tra l’attuale generazione di lettori giapponesi trentenni.
«Penso che molte persone abbiano imparato che accumulare oggetti non rende felici. La generazione precedente (over 40) ha vissuto la bolla speculativa giapponese, che lodava l’abbondanza materiale, ma per la nostra generazione è diverso. Abbiamo capito che possiamo sentirci più liberi avendo meno cose intorno a noi. Ad esempio, il Giappone è un paese a rischio sismico e, in caso di terremoto, posso scappare con tutti i miei effetti personali, che possono essere facilmente raccolti in una valigetta».
Fumio Sasaki è diventato un minimalista nel 2013. «Stavo cercando su Google il termine “minimalista” in giapponese, quando ho scoperto Andrew Hyde, un famoso blogger minimalista che vive con soli 15 oggetti. Col senno di poi, posso affermare che ero insoddisfatto della mia vita e volevo cambiarla. Fu quasi un’illuminazione improvvisa».
Allora qual è il modo migliore per affrontare il disordine? Qui di seguito, alcuni home organizer professionisti e declutter da tutto il mondo raccontano le loro storie, prima di affrontare i comuni dilemmi sul decluttering.
Sostenere il minimalismo, in Giappone
Fumio Sasaki gestisce il blog Minimal & ism e ha scritto il popolare libro We Do Not Need Things Any More, nel quale ci descrive come è diventato un minimalista. Il suo approccio è piuttosto estremo, con un brevissimo elenco di oggetti essenziali rimasti nella sua vita e nella sua casa, ma si è rivelato un successo tra l’attuale generazione di lettori giapponesi trentenni.
«Penso che molte persone abbiano imparato che accumulare oggetti non rende felici. La generazione precedente (over 40) ha vissuto la bolla speculativa giapponese, che lodava l’abbondanza materiale, ma per la nostra generazione è diverso. Abbiamo capito che possiamo sentirci più liberi avendo meno cose intorno a noi. Ad esempio, il Giappone è un paese a rischio sismico e, in caso di terremoto, posso scappare con tutti i miei effetti personali, che possono essere facilmente raccolti in una valigetta».
Fumio Sasaki è diventato un minimalista nel 2013. «Stavo cercando su Google il termine “minimalista” in giapponese, quando ho scoperto Andrew Hyde, un famoso blogger minimalista che vive con soli 15 oggetti. Col senno di poi, posso affermare che ero insoddisfatto della mia vita e volevo cambiarla. Fu quasi un’illuminazione improvvisa».
Promuovere la bellezza della praticità, in Svezia
Paulina Draganja è la regina incontrastata dell’organizzazione domestica in Svezia, conta un famoso blog, spettacoli televisivi, conferenze e un nuovo libro in uscita su come fare decluttering e mantenere nella propria casa solo le cose migliori.
Draganja ritiene che gli svedesi siano un popolo molto pratico, e ciò è visibile in tutto: dalla cucina alla moda, fino al design. «Vogliamo che le cose appaiano bene, ma che siano comunque facili da conservare, per soddisfare uno stile di vita in cui estetica e funzionalità sono entrambe componenti essenziali. Quindi no a soluzioni complicate e pedanti, preferiamo piuttosto sistemi semplici e intelligenti, con un look essenziale».
«Arredare l’ingresso sembra essere una sfida ricorrente per i proprietari di casa svedesi», aggiunge. «I vestiti sono le cose più difficili da stipare, soprattutto perché abbiamo inverni freddi e un sacco di indumenti ingombranti».
Paulina Draganja è la regina incontrastata dell’organizzazione domestica in Svezia, conta un famoso blog, spettacoli televisivi, conferenze e un nuovo libro in uscita su come fare decluttering e mantenere nella propria casa solo le cose migliori.
Draganja ritiene che gli svedesi siano un popolo molto pratico, e ciò è visibile in tutto: dalla cucina alla moda, fino al design. «Vogliamo che le cose appaiano bene, ma che siano comunque facili da conservare, per soddisfare uno stile di vita in cui estetica e funzionalità sono entrambe componenti essenziali. Quindi no a soluzioni complicate e pedanti, preferiamo piuttosto sistemi semplici e intelligenti, con un look essenziale».
«Arredare l’ingresso sembra essere una sfida ricorrente per i proprietari di casa svedesi», aggiunge. «I vestiti sono le cose più difficili da stipare, soprattutto perché abbiamo inverni freddi e un sacco di indumenti ingombranti».
Aiutare le persone a liberarsi del vecchio, in Spagna
Maria Gallay è una personal organizer e gestisce la sua azienda “Organización del Orden” da 15 anni. Racconta che gli spagnoli tendono ad aggrapparsi a cimeli, libri antichi e fotografie, e che il pensiero minimalista non si è ancora diffuso nella nazione.
«In Spagna, la maggior parte delle cose vecchie rimane in casa per sempre, anche se le persone vivono in piccoli appartamenti. I vestiti sono l’unica cosa di cui ci liberiamo quando gli armadi sono troppo pieni. Ma non abbiamo un vasto mercato dell’usato in Spagna, non c’è la cultura dello scambio o delle vendite ai mercatini di seconda mano, anche se molti dei miei clienti mi dicono che sarebbero propensi a farlo».
Il senso della famiglia è forte sia in Spagna che in Italia, la gente rimane profondamente legata alle cose e ha difficoltà a sbarazzarsene. «Conosco genitori spagnoli che conservano tutto, anche se i loro figli non sono più interessati agli oggetti del passato. Molti accumulano lenzuola, tende, lampade, letti e altri mobili, nel caso in cui “i bambini ne abbiano bisogno nella loro futura casa”».
Maria Gallay è una personal organizer e gestisce la sua azienda “Organización del Orden” da 15 anni. Racconta che gli spagnoli tendono ad aggrapparsi a cimeli, libri antichi e fotografie, e che il pensiero minimalista non si è ancora diffuso nella nazione.
«In Spagna, la maggior parte delle cose vecchie rimane in casa per sempre, anche se le persone vivono in piccoli appartamenti. I vestiti sono l’unica cosa di cui ci liberiamo quando gli armadi sono troppo pieni. Ma non abbiamo un vasto mercato dell’usato in Spagna, non c’è la cultura dello scambio o delle vendite ai mercatini di seconda mano, anche se molti dei miei clienti mi dicono che sarebbero propensi a farlo».
Il senso della famiglia è forte sia in Spagna che in Italia, la gente rimane profondamente legata alle cose e ha difficoltà a sbarazzarsene. «Conosco genitori spagnoli che conservano tutto, anche se i loro figli non sono più interessati agli oggetti del passato. Molti accumulano lenzuola, tende, lampade, letti e altri mobili, nel caso in cui “i bambini ne abbiano bisogno nella loro futura casa”».
Sbarazzarsi dalle scartoffie, in Francia
Pauline Levasseur è una home organizer da sei anni e ha creato il suo metodo che insegna ad altri professionisti. «La Francia ha un problema molto specifico: l’incredibile volume di materiale cartaceo di cui le persone dispongono. I proprietari di casa francesi, soprannominati “i re della carta”, ricevono una quantità infinita di documenti amministrativi (un record in Europa!) che devono conservare. Così la carta è una delle principali fonti di disordine», spiega.
Pauline crede anche che il disordine sia spesso legato ai problemi della vita (malattia, divorzio, morte, ecc.). Quando accade un evento importante, le persone non si prendono del tempo per smistare le cose e pensano di “farlo dopo”, finché poi a un certo punto si ritrovano sommerse. Così spesso, chiamano un home organizer e decidono che è ora di dare una bella sistemata alla casa e cominciare da un nuovo inizio.
«I francesi faticano a buttare via le cose; sono frenati dall’idea che “può sempre tornarmi utile”», afferma Pauline. «Inoltre sono molto attaccati ai propri cimeli, agli oggetti associati ai ricordi, e le emozioni legate alle cose hanno una forte influenza nella decisione di mantenerle o buttarle».
Pauline Levasseur è una home organizer da sei anni e ha creato il suo metodo che insegna ad altri professionisti. «La Francia ha un problema molto specifico: l’incredibile volume di materiale cartaceo di cui le persone dispongono. I proprietari di casa francesi, soprannominati “i re della carta”, ricevono una quantità infinita di documenti amministrativi (un record in Europa!) che devono conservare. Così la carta è una delle principali fonti di disordine», spiega.
Pauline crede anche che il disordine sia spesso legato ai problemi della vita (malattia, divorzio, morte, ecc.). Quando accade un evento importante, le persone non si prendono del tempo per smistare le cose e pensano di “farlo dopo”, finché poi a un certo punto si ritrovano sommerse. Così spesso, chiamano un home organizer e decidono che è ora di dare una bella sistemata alla casa e cominciare da un nuovo inizio.
«I francesi faticano a buttare via le cose; sono frenati dall’idea che “può sempre tornarmi utile”», afferma Pauline. «Inoltre sono molto attaccati ai propri cimeli, agli oggetti associati ai ricordi, e le emozioni legate alle cose hanno una forte influenza nella decisione di mantenerle o buttarle».
Le risposte alle vostre domande sul decluttering
1. Qual è il miglior consiglio per lo stoccaggio?
Secondo Paulina Draganja: «Tutto nella vostra casa deve avere il proprio posto. Cerco di tenere solo le cose che davvero mi piacciono e che uso, e mi chiedo sempre dove sarà riposto un nuovo oggetto. Se non riesco a immaginare il suo spazio nella mia mente, spesso evito di comprarlo».
«È meglio concentrarsi solo sugli oggetti che già avete e amate. E tenerli ben custoditi fa parte di questo processo».
1. Qual è il miglior consiglio per lo stoccaggio?
Secondo Paulina Draganja: «Tutto nella vostra casa deve avere il proprio posto. Cerco di tenere solo le cose che davvero mi piacciono e che uso, e mi chiedo sempre dove sarà riposto un nuovo oggetto. Se non riesco a immaginare il suo spazio nella mia mente, spesso evito di comprarlo».
«È meglio concentrarsi solo sugli oggetti che già avete e amate. E tenerli ben custoditi fa parte di questo processo».
Nella visita privata giapponese A Timeless Primitive Beauty in Praise of Shadows, il product designer Gwenael Nicolas, fondatore dello studio di design Curiosity, dice: «Quando si progetta una casa o un appartamento, ricordatevi di pianificare il doppio e mezzo dello spazio contenitivo in più rispetto a quanto sarebbe sufficiente per tutte le cose che attualmente possedete».
2. Meglio il decluttering spietato o cercare di fare spazio al vecchio?
Daniela Mosca, titolare di Dani&Colf, tiene corsi per famiglie per aiutarle ad organizzare le faccende domestiche. «Dal mio punto di vista è meglio praticare un decluttering spietato piuttosto che avere tantissimi oggetti. Mi offre la possibilità di inventare nuovi modi di combinare le cose e giocare di più con la fantasia. Do molta importanza alla funzionalità: preferisco avere un guardaroba funzionale piuttosto che uno semplicemente ben organizzato con un sacco di scatole, contenitori e divisori, ma stracolmo di cose».
«Tuttavia, non mi piace l’idea di una casa basata su regole “da magazzino” come: tenere gli oggetti arrivati per ultimi e buttare via i primi oppure il contrario. Piuttosto penso sia importante insegnare ai bambini fin dalla tenera età che ogni cosa ha un proprio posto; questo facilita la loro autonomia».
Daniela Mosca, titolare di Dani&Colf, tiene corsi per famiglie per aiutarle ad organizzare le faccende domestiche. «Dal mio punto di vista è meglio praticare un decluttering spietato piuttosto che avere tantissimi oggetti. Mi offre la possibilità di inventare nuovi modi di combinare le cose e giocare di più con la fantasia. Do molta importanza alla funzionalità: preferisco avere un guardaroba funzionale piuttosto che uno semplicemente ben organizzato con un sacco di scatole, contenitori e divisori, ma stracolmo di cose».
«Tuttavia, non mi piace l’idea di una casa basata su regole “da magazzino” come: tenere gli oggetti arrivati per ultimi e buttare via i primi oppure il contrario. Piuttosto penso sia importante insegnare ai bambini fin dalla tenera età che ogni cosa ha un proprio posto; questo facilita la loro autonomia».
3. Che connessione c’è tra l’ordine e la nostra felicità?
«La felicità non dipende dall’ordine», dice la guru australiana di organizzatore domestica MaryAnne Bennie, autrice di From Stuffed to Sorted and Paper Flow: Your Ultimate Guide to Making Paperwork Easy. «Ma in realtà l’ordine porta con sé un senso di calma e di controllo, e offre alle persone più tempo per dedicarsi alle cose che le rendono felici».
«L’ordine è collegato anche alla libertà di essere, avere e fare tutto ciò che ci piace in un determinato momento. Al contrario, il disordine (se percepito come un problema) porta le persone a sentirsi bloccate e incapaci di andare avanti – poiché hanno messo il presente e futuro in attesa durante il tentativo di riordinare il proprio passato. Il minimalismo ha quindi certamente un potenziale di felicità».
L’esperta inglese Helen Wintter di Coral Interiors dice: «Il vecchio proverbio “scrivania ordinata, mente ordinata” è assolutamente corretto. Non sapere dove sono le cose, oppure vivere in un ambiente sporco o caotico, ha un impatto negativo sulla nostra vita. Sprechiamo preziose energie mentali quando viviamo nel caos».
«La felicità non dipende dall’ordine», dice la guru australiana di organizzatore domestica MaryAnne Bennie, autrice di From Stuffed to Sorted and Paper Flow: Your Ultimate Guide to Making Paperwork Easy. «Ma in realtà l’ordine porta con sé un senso di calma e di controllo, e offre alle persone più tempo per dedicarsi alle cose che le rendono felici».
«L’ordine è collegato anche alla libertà di essere, avere e fare tutto ciò che ci piace in un determinato momento. Al contrario, il disordine (se percepito come un problema) porta le persone a sentirsi bloccate e incapaci di andare avanti – poiché hanno messo il presente e futuro in attesa durante il tentativo di riordinare il proprio passato. Il minimalismo ha quindi certamente un potenziale di felicità».
L’esperta inglese Helen Wintter di Coral Interiors dice: «Il vecchio proverbio “scrivania ordinata, mente ordinata” è assolutamente corretto. Non sapere dove sono le cose, oppure vivere in un ambiente sporco o caotico, ha un impatto negativo sulla nostra vita. Sprechiamo preziose energie mentali quando viviamo nel caos».
4. Come si fa a decidere cosa tenere?
La scrittrice statunitense Mindy Starns Clark, autrice del libro The House That Cleans Itself rivela: «La mia tecnica per combattere il disordine si basa sulla comprensione che ogni cosa che possediamo, dal bottone più piccolo al divano più grande, consuma una parte del nostro tempo – il tempo per pulirlo, conservarlo, spostarlo, risolvere un problema, perderlo, trovarlo, lavarlo, strofinarlo, e così via. Più cose possediamo, più tempo sacrifichiamo per possederle. Quindi, quando sistemate casa, chiedetevi: “questo oggetto vale l’investimento di tempo necessario per possederlo?” Se la risposta è sì, tenetelo. Altrimenti sbarazzatevene. È così semplice – a meno che non sia connotato da una forte componente emotiva».
5. Vale la regola: una cosa dentro, una cosa fuori?
Ovvero, per ogni nuovo acquisto liberiamoci di qualcosa di vecchio. «Suona perfetto se siete il tipo di persona che riesce a ricordarsi di farlo e si sforza puntualmente per raggiungere questo proposito», dice Mindy Starns Clark. «Credo che per i più restii alle faccende domestiche come me, si tratti di un’abitudine non propensa a prendere piede. Meglio pianificare regolari sedute di decluttering – come il primo giorno di ogni nuova stagione, per un totale di quattro volte all’anno – e riordinare regolarmente la casa in quelle date prefissate».
La scrittrice statunitense Mindy Starns Clark, autrice del libro The House That Cleans Itself rivela: «La mia tecnica per combattere il disordine si basa sulla comprensione che ogni cosa che possediamo, dal bottone più piccolo al divano più grande, consuma una parte del nostro tempo – il tempo per pulirlo, conservarlo, spostarlo, risolvere un problema, perderlo, trovarlo, lavarlo, strofinarlo, e così via. Più cose possediamo, più tempo sacrifichiamo per possederle. Quindi, quando sistemate casa, chiedetevi: “questo oggetto vale l’investimento di tempo necessario per possederlo?” Se la risposta è sì, tenetelo. Altrimenti sbarazzatevene. È così semplice – a meno che non sia connotato da una forte componente emotiva».
5. Vale la regola: una cosa dentro, una cosa fuori?
Ovvero, per ogni nuovo acquisto liberiamoci di qualcosa di vecchio. «Suona perfetto se siete il tipo di persona che riesce a ricordarsi di farlo e si sforza puntualmente per raggiungere questo proposito», dice Mindy Starns Clark. «Credo che per i più restii alle faccende domestiche come me, si tratti di un’abitudine non propensa a prendere piede. Meglio pianificare regolari sedute di decluttering – come il primo giorno di ogni nuova stagione, per un totale di quattro volte all’anno – e riordinare regolarmente la casa in quelle date prefissate».
6. Come fuggire dal caos?
Mary Anne Bennie suggerisce di fare un “test della verità” con tutti i nostri oggetti. «L’attaccamento è una cosa molto soggettiva. Quando una persona sostiene di essere affezionata a qualcosa che non usa, il test della verità è vedere se l’oggetto ha una posizione d’onore all’interno della sua casa. Se è stato relegato da qualche parte, spesso sarà sufficiente una foto come ricordo dell’oggetto, che potrà essere regalato ad altri», consiglia.
«Se si tratta di qualcosa che deve essere tramandata alla generazione successiva, è necessario trovare il contenitore ideale. Ultimamente c’è stato un enorme aumento di affitti di cantine e di servizi di traslochi in Australia», aggiunge Bennie.
L’esperta tedesca di decluttering Denise Colquhoun, nota anche come Fräulein Ordnung (“la signorina ordine” in tedesco), autrice di Sieben Tage für ein Leben aufgeräumtes: Das Kreative Mitmach-Heft (“Sette giorni per una vita ordinata: il manuale creativo”), dà questo suggerimento: «Mantenete il pavimento sgombro e sistemate tutto il disordine per terra almeno una volta al giorno. Chiedetevi dove andranno le cose: lavanderia? Rifiuti? Armadio? Oppure in un’altra stanza? La scatola con le cose da sbarazzare nel corridoio per mesi? Dimenticatevela! Regalatela e siate felici di perdere questo onere».
Per scoprirne di più leggi Prove di Felicità: l’Arte del Decluttering Giapponese
Mary Anne Bennie suggerisce di fare un “test della verità” con tutti i nostri oggetti. «L’attaccamento è una cosa molto soggettiva. Quando una persona sostiene di essere affezionata a qualcosa che non usa, il test della verità è vedere se l’oggetto ha una posizione d’onore all’interno della sua casa. Se è stato relegato da qualche parte, spesso sarà sufficiente una foto come ricordo dell’oggetto, che potrà essere regalato ad altri», consiglia.
«Se si tratta di qualcosa che deve essere tramandata alla generazione successiva, è necessario trovare il contenitore ideale. Ultimamente c’è stato un enorme aumento di affitti di cantine e di servizi di traslochi in Australia», aggiunge Bennie.
L’esperta tedesca di decluttering Denise Colquhoun, nota anche come Fräulein Ordnung (“la signorina ordine” in tedesco), autrice di Sieben Tage für ein Leben aufgeräumtes: Das Kreative Mitmach-Heft (“Sette giorni per una vita ordinata: il manuale creativo”), dà questo suggerimento: «Mantenete il pavimento sgombro e sistemate tutto il disordine per terra almeno una volta al giorno. Chiedetevi dove andranno le cose: lavanderia? Rifiuti? Armadio? Oppure in un’altra stanza? La scatola con le cose da sbarazzare nel corridoio per mesi? Dimenticatevela! Regalatela e siate felici di perdere questo onere».
Per scoprirne di più leggi Prove di Felicità: l’Arte del Decluttering Giapponese
7. Ma quanto è troppo?
Per stabilire la quantità di cose che si dovrebbero avere nella propria casa è importante avere regole chiare e praticabili. Questa sembra essere la strada da percorrere secondo gli esperti e gli utenti di Houzz.
«Suggerisco di stabilire alcune regole sui limiti di spazio», dice Mindy Starns Clark. «Per esempio, consentitevi di conservare quanti ricordi volete, ma solo fino alla capienza massima di quel tipo di armadio. Potete tenere vecchie lettere, documenti e disegni dei bambini, ma solo fino alla capienza massima di due grandi contenitori sigillabili. Potete custodire tutti i libri che amate, ma solo fino alla capienza massima di tre librerie».
«Se fissate un limite contenitivo ragionevole – siate realistici, soprattutto in un primo momento – e vi attenete a questo, allora sarete costretti a eliminare oggetti solamente quando la loro quantità supererà lo spazio designato», aggiunge Clark.
«Perché tenere la felpa di quando avevo 15 anni o i pantaloni della mia prima gravidanza?», dice l’esperta italiana di organizzazione domestica Daniela Mosca. «Capisco che con alcuni oggetti possa esserci un legame affettivo e che si desideri tramandare alcune cose ai propri figli, ma vi consiglio di selezionarli con attenzione e stabilire un limite numerico: massimo cinque pezzi tra quelli che non indossate più e conservate solo per motivi affettivi».
Per stabilire la quantità di cose che si dovrebbero avere nella propria casa è importante avere regole chiare e praticabili. Questa sembra essere la strada da percorrere secondo gli esperti e gli utenti di Houzz.
«Suggerisco di stabilire alcune regole sui limiti di spazio», dice Mindy Starns Clark. «Per esempio, consentitevi di conservare quanti ricordi volete, ma solo fino alla capienza massima di quel tipo di armadio. Potete tenere vecchie lettere, documenti e disegni dei bambini, ma solo fino alla capienza massima di due grandi contenitori sigillabili. Potete custodire tutti i libri che amate, ma solo fino alla capienza massima di tre librerie».
«Se fissate un limite contenitivo ragionevole – siate realistici, soprattutto in un primo momento – e vi attenete a questo, allora sarete costretti a eliminare oggetti solamente quando la loro quantità supererà lo spazio designato», aggiunge Clark.
«Perché tenere la felpa di quando avevo 15 anni o i pantaloni della mia prima gravidanza?», dice l’esperta italiana di organizzazione domestica Daniela Mosca. «Capisco che con alcuni oggetti possa esserci un legame affettivo e che si desideri tramandare alcune cose ai propri figli, ma vi consiglio di selezionarli con attenzione e stabilire un limite numerico: massimo cinque pezzi tra quelli che non indossate più e conservate solo per motivi affettivi».
Quando si tratta di selezionare gli oggetti davvero necessari, non esistono regole fisse. «Ogni persona o famiglia ha bisogno di stabilire i propri limiti in base alle proprie esigenze», dice MaryAnne Bennie. «Si possono fissare dei limiti numerici (tre asciugamani a persona più due di riserva per gli ospiti) o spaziali (un ripiano può essere assegnato ai libri di ricette e una volta pieno si applica la regola “uno dentro, uno fuori”). Oppure si può fissare un limite temporale (gli ultimi 12 mesi di una rivista preferita). Una volta che i limiti sono stati fissati per ogni categoria, i problemi legati all’accumulo di troppi oggetti cesseranno di esistere», spiega Bennie.
Il minimalista Fumio Sasaki ha preso una posizione piuttosto forte su ciò che è consentito nella sua casa. La sua lista è un incredibile esempio di gestione del superfluo.
«Scarpe: 5 paia (sandali, scarpe da ginnastica bianche, stivali da pioggia, ciabatte e scarpe formali di pelle nere).
Libri: non tengo libri in casa. Beh, solo un libro alla volta, e me ne libero non appena ho finito di leggerlo. Mi piace usare un Kindle. Prima di diventare un minimalista, avevo un sacco di libri non letti sparsi per casa, il che mi faceva sentire in colpa e infelice. Non mi sento più così.
Cucina: circa 20 oggetti.
T-shirt: 20.
Biancheria intima e calze: 4 paia.
Camicie: 4».
E ora a te la parola! Sei un sostenitore del decluttering o preferisci vivere nel “tuo” disordine? Applichi i principi del minimalismo o accumuli i cimeli come se non ci fosse un domani?
Il minimalista Fumio Sasaki ha preso una posizione piuttosto forte su ciò che è consentito nella sua casa. La sua lista è un incredibile esempio di gestione del superfluo.
«Scarpe: 5 paia (sandali, scarpe da ginnastica bianche, stivali da pioggia, ciabatte e scarpe formali di pelle nere).
Libri: non tengo libri in casa. Beh, solo un libro alla volta, e me ne libero non appena ho finito di leggerlo. Mi piace usare un Kindle. Prima di diventare un minimalista, avevo un sacco di libri non letti sparsi per casa, il che mi faceva sentire in colpa e infelice. Non mi sento più così.
Cucina: circa 20 oggetti.
T-shirt: 20.
Biancheria intima e calze: 4 paia.
Camicie: 4».
E ora a te la parola! Sei un sostenitore del decluttering o preferisci vivere nel “tuo” disordine? Applichi i principi del minimalismo o accumuli i cimeli come se non ci fosse un domani?