Come è Cambiato un Vecchio Mulino del '600
In un complesso seicentesco con tanto di mulino idraulico, un recupero conservativo per le nuove esigenze abitative
Si trova ai piedi delle colline modenesi il mulino che fin dal 1600 si tramanda di padre in figlio. Integro nell’aspetto esteriore e nell’interno del vano macine, ha mantenuto la funzione originaria nonostante gli interventi di adeguamento alle esigenze dei nuclei familiari che vi si sono avvicendati. Ultimo in ordine di tempo, il frazionamento di uno dei fabbricati per ottenere due alloggi indipendenti. Se l’appartamento sud non ha subito modifiche, la ristrutturazione dell’appartamento nord ha coinvolto il piano primo e il sottotetto.
Al piano terra, resta intatta la parte del fabbricato destinata alla macinatura.
Al piano terra, resta intatta la parte del fabbricato destinata alla macinatura.
Dalla porta di ingresso, posizionata sul vano scala (foto a sinistra), si entra direttamente nella zona giorno situata al piano primo del fabbricato. Per sfruttare al meglio la luce naturale, considerando l’orientamento a nord dell’unità abitativa e le aperture esistenti non modificabili, è stata realizzata una parete mobile fra soggiorno e cucina. Una soluzione che consente di modulare l’utilizzo e la luminosità degli ambienti.
Molti dei mobili e dei complementi di arredo appartengono alla famiglia da generazioni. Come la porta in legno a due ante che si affaccia sul soggiorno, recuperata e restaurata. I lampadari sono stati invece acquistati in mercatini dell’antiquariato e dell’usato.
Quando la parete scorrevole è chiusa la cucina scompare.
Quando la parete scorrevole è chiusa la cucina scompare.
La cucina, realizzata su misura da un falegname della zona, è l’ambiente più moderno della casa. All’occorrenza è separata dal soggiorno dalla parete scorrevole.
Rivestimento di Iris Ceramica
Il bagno al piano primo si trova nella zona di disimpegno adiacente alla cucina.
Il bagno al piano primo si trova nella zona di disimpegno adiacente alla cucina.
Prima dell’intervento l’accesso al piano sottotetto, dove ora si trova la zona notte, era nascosto da una porta.
La scala di collegamento fra il piano primo e il sottotetto era contenuta in un vano chiuso, dato che era utilizzato solo come deposito.
Il muro di contenimento del vano scala è stato eliminato. Ora è l’elemento centrale del progetto. La trasformazione da vano chiuso in scala a giorno ha dato ulteriore respiro al salotto. La struttura in laterizio, tipica della zona, è volutamente a vista. Così come i mattoni presenti sul lato verso il soggiorno, riportati in vista all’intradosso della rampa e nella parete laterale.
«Abbiamo scelto di mantenere i solai tradizionali in legno e tavelle di laterizio, rinforzandoli con catene in acciaio per ragioni strutturali; lo stesso approccio è stato utilizzato per le finiture, rivendicando apertamente l’origine contadina del fabbricato, riportando alla vista parte degli antichi paramenti in sasso di fiume. L’idea era quella di fornire un contesto in cui la stessa committenza potesse esprimere la propria spiccata passione per l’arredo, sempre nell’alveo della continuità con il contesto», spiega l’architetto.
Il piano sottotetto si presentava al grezzo ed era utilizzato come ripostiglio e deposito
Carta da parati: Albemarle, mod. Aldwych, di Cole & Son
La scala porta direttamente alla camera da letto padronale. Una volta recuperato, il sottotetto è stato adibito a zona notte, nella quale si trovano un bagno e un’altra stanza.
La scala porta direttamente alla camera da letto padronale. Una volta recuperato, il sottotetto è stato adibito a zona notte, nella quale si trovano un bagno e un’altra stanza.
Pianta del piano sottotetto
Carta da parati: HistoricRoyal Palaces, mod. Great Vine, diCole & Son
Dalla camera da letto padronale si passa al disimpegno che dà accesso al bagno e alla seconda camera.
L’idea perseguita dai progettisti è stata quella di fornire un contesto in cui la stessa committenza potesse valorizzare gli arredi tramandati nelle generazioni, in coerente continuità con le preesistenze e con la storia familiare.
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Dalla camera da letto padronale si passa al disimpegno che dà accesso al bagno e alla seconda camera.
L’idea perseguita dai progettisti è stata quella di fornire un contesto in cui la stessa committenza potesse valorizzare gli arredi tramandati nelle generazioni, in coerente continuità con le preesistenze e con la storia familiare.
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Chi ci abita: Una coppia
Dove: a pochi chilometri da Sassuolo, ai piedi delle colline modenesi
Anno di costruzione: attorno all’anno 1600
ristrutturazione: 2017
Superficie: 113 m², composti al primo piano da soggiorno, cucina, bagno, al piano sottotetto da due camere da letto e bagno, oltre a terrazza e giardino
Progetto: Studio Pinelli
La residenza si trova in un mulino idraulico risalente al 1600; «È una bella responsabilità mettere mano a un patrimonio che viene trasmesso di padre in figlio da 400 anni: non si tratta solo di muri, ma appunto della storia di una famiglia, con tutto il suo carico emotivo e di ricordi» sottolinea Carlo Pinelli. Si trattava quindi di dare un segno di continuità nelle scelte progettuali, senza rinunciare alla contemporaneità.
Il committente aveva deciso di trasferirsi nell’appartamento abitato fino a poco tempo prima dall’anziana madre (oggetto dell’intervento), per consentire alla figlia che aveva “messo su famiglia”, di abitare nel suo.
Racconta l’architetto Carlo Pinelli: «I committenti non ci erano sconosciuti. Provengono, come noi, da una frazione di campagna del comune di Sassuolo, in cui è difficile non conoscersi almeno di vista. Avevamo già lavorato per loro circa 20 anni fa ma, comprensibilmente, quando hanno dovuto intraprendere nuovi lavori si sono voluti guardare un po’ intorno. Hanno cercato professionisti anche su Houzz dove, sulla nostra pagina, hanno riconosciuto due nostri progetti di ristrutturazione realizzati nelle vicinanze, e che avevano apprezzato pur senza conoscerne la paternità. Per questo hanno quindi deciso di rinnovarci la loro fiducia!».