Come Si Trasloca la Cucina?
I consigli degli esperti per smontare la cucina e imballarla evitando brutte sorprese durante il trasloco
Greta La Rocca
21 January 2023
In questo Ideabook tre professionisti iscritti su Houzz spiegano tutto ciò che c’è da sapere per traslocare una cucina. Dalla lista della spesa con l’elenco dei materiali necessari per metter via tutto, ai consigli su come inscatolare piatti e bicchieri; non mancano neanche le indicazioni su cosa è meglio imballare per primo.
Scopri di più leggendo i consigli degli esperti. Il trasloco della cucina potrebbe essere anche l’occasione per fare un po’ di pulizia!
Ne abbiamo parlato con:
Scopri di più leggendo i consigli degli esperti. Il trasloco della cucina potrebbe essere anche l’occasione per fare un po’ di pulizia!
Ne abbiamo parlato con:
- Vajagic Zak di VZ Traslochi
- Valerio Assembly di Assembly Group
- Monica Guerini di Guerini Traslochi
Da dove iniziare
«Si devono prendere le misure della cucina e si confrontano con quelle del nuovo ambiente. In particolare bisogna verificare che coincidano lo scarico e gli attacchi dell’acqua e del gas» esordisce Vajagic Zak. E continua: «Una volta appurato che la cucina ci sta, il trasloco può iniziare».
«Si devono prendere le misure della cucina e si confrontano con quelle del nuovo ambiente. In particolare bisogna verificare che coincidano lo scarico e gli attacchi dell’acqua e del gas» esordisce Vajagic Zak. E continua: «Una volta appurato che la cucina ci sta, il trasloco può iniziare».
Materiali necessari
«È opportuno avere scatole di cartone di ottima qualità, meglio a doppia onda che sono più pesanti e più resistenti. Da evitare, invece, le soluzioni economiche perché è facile che non reggano il peso» spiega Zak. Per imballare piatti e bicchieri esistono anche scatole apposite: «Sono più costose, ma permettono di fare più in fretta perchè hanno internamente un alveare predisposto e prespaziato in cui è possibile inserire piatti o bicchieri, senza particolari accortezze».
Assembly riassume così i materiali necessari: «Buste di pluriball, rotoli di pluriball alti 50 cm, polietilene espanso (spugna), nastri adesivi, etichette. Consiglio anche scatole verdi con maniglie (dimensioni 41x30x41cm) per oggetti fragili, per esempio le stoviglie, e pesanti, per esempio i libri». E Guerini ricorda che serve del nastro adesivo largo in pvc, carta da giornale, una macchinetta tira nastro (sostituibile con forbici o cutter) e un pennarello indelebile.
Se ti affidi a traslocatori professionisti, ricorda però che in genere viene lasciato un kit di imballaggio. «Molte ditte di traslochi – puntualizza Guerini – forniscono tutto il materiale necessario, in alcuni casi a rendere, in altri a perdere ma con prezzi contenuti».
«È opportuno avere scatole di cartone di ottima qualità, meglio a doppia onda che sono più pesanti e più resistenti. Da evitare, invece, le soluzioni economiche perché è facile che non reggano il peso» spiega Zak. Per imballare piatti e bicchieri esistono anche scatole apposite: «Sono più costose, ma permettono di fare più in fretta perchè hanno internamente un alveare predisposto e prespaziato in cui è possibile inserire piatti o bicchieri, senza particolari accortezze».
Assembly riassume così i materiali necessari: «Buste di pluriball, rotoli di pluriball alti 50 cm, polietilene espanso (spugna), nastri adesivi, etichette. Consiglio anche scatole verdi con maniglie (dimensioni 41x30x41cm) per oggetti fragili, per esempio le stoviglie, e pesanti, per esempio i libri». E Guerini ricorda che serve del nastro adesivo largo in pvc, carta da giornale, una macchinetta tira nastro (sostituibile con forbici o cutter) e un pennarello indelebile.
Se ti affidi a traslocatori professionisti, ricorda però che in genere viene lasciato un kit di imballaggio. «Molte ditte di traslochi – puntualizza Guerini – forniscono tutto il materiale necessario, in alcuni casi a rendere, in altri a perdere ma con prezzi contenuti».
Cosa imballare subito
«Si inizia con l’imballo delle stoviglie e degli accessori che usi di meno, ad esempio il servizio di piatti della festa, il servizio della nonna o i robot da cucina» spiega Zak.
«Consiglio di imballare subito tutti i soprammobili, i libri e le riviste, i piccoli quadretti e gli oggetti utili solo ad abbellire l’ambiente. Questo permette di inscatolare buona parte di tutto quello che hai, di fare così ordine visivo e anche un po’ di selezione tra le cose che usi poco, per esempio i piccoli elettrodomestici nascosti e dimenticati nel ripiano più alto dei pensili».
«Si inizia con l’imballo delle stoviglie e degli accessori che usi di meno, ad esempio il servizio di piatti della festa, il servizio della nonna o i robot da cucina» spiega Zak.
«Consiglio di imballare subito tutti i soprammobili, i libri e le riviste, i piccoli quadretti e gli oggetti utili solo ad abbellire l’ambiente. Questo permette di inscatolare buona parte di tutto quello che hai, di fare così ordine visivo e anche un po’ di selezione tra le cose che usi poco, per esempio i piccoli elettrodomestici nascosti e dimenticati nel ripiano più alto dei pensili».
«Una volta che sono stati imballati gli oggetti più fragili, la parte più lunga e noiosa del lavoro è finita. Ora si può procedere mettendo via pentole e teglie che si usano poco o che sono simili tra loro per uso e dimensione. A seguire, si possono imballare le scorte a lungo termine della dispensa – prosegue Guerini – Terminate queste fasi, nei mobili della cucina dovrebbero essere rimaste solo tre o quattro pentole con i relativi coperchi, una teglia, un servizio di piatti e bicchieri, gli alimentari di consumo e i detersivi di base per la pulizia. Tutto questo potrà essere messo via la sera prima del trasloco e, in minima parte, la mattina stessa».
Zak suggerisce di lasciare l’essenziale per ultimo e di metterlo in una sola scatola, da tenere da parte perchè sarà la prima che servirà e che verrà aperta una volta traslocata la cucina, nell’attesa di svuotare gli altri scatoloni.
Zak suggerisce di lasciare l’essenziale per ultimo e di metterlo in una sola scatola, da tenere da parte perchè sarà la prima che servirà e che verrà aperta una volta traslocata la cucina, nell’attesa di svuotare gli altri scatoloni.
Come imballare
«Ogni oggetto fragile va imballato singolarmente. Per le stoviglie di uso abituale, generalmente, è sufficiente utilizzare uno o due fogli di carta di quotidiano, mentre per i servizi di piatti e bicchieri più sottili e fragili, è più indicata la carta con le bolle o la carta velina» spiega Guerini.
«Chi ha più tempo e vuole risparmiare, può usare anche la carta di giornale con la quale avvolgere ogni singola stoviglia. Può essere utile interporre tra gli oggetti più fragili qualche straccio o canovaccio da cucina. I piatti è bene metterli in verticale, i bicchieri in piedi e mai sdraiati. Per gli oggetti più fragili, sono adatte le scatole piccole, mentre quelle più grandi sono indicate per le pentole. Ricorda di riempire bene ogni angolo ed evitare spazi vuoti perchè, se le scatole dovessero essere accidentalmente sballottate, gli oggetti potrebbero rompersi o rovinarsi».
«Ogni oggetto fragile va imballato singolarmente. Per le stoviglie di uso abituale, generalmente, è sufficiente utilizzare uno o due fogli di carta di quotidiano, mentre per i servizi di piatti e bicchieri più sottili e fragili, è più indicata la carta con le bolle o la carta velina» spiega Guerini.
«Chi ha più tempo e vuole risparmiare, può usare anche la carta di giornale con la quale avvolgere ogni singola stoviglia. Può essere utile interporre tra gli oggetti più fragili qualche straccio o canovaccio da cucina. I piatti è bene metterli in verticale, i bicchieri in piedi e mai sdraiati. Per gli oggetti più fragili, sono adatte le scatole piccole, mentre quelle più grandi sono indicate per le pentole. Ricorda di riempire bene ogni angolo ed evitare spazi vuoti perchè, se le scatole dovessero essere accidentalmente sballottate, gli oggetti potrebbero rompersi o rovinarsi».
I pro consigliano di segnare su ogni scatola il contenuto o di contrassegnarle con un numero o una lettera per individuarle più facilmente a trasloco avvenuto. È utile apporre la scritta ‘fragile’ sulle scatole contenente oggetti delicati.
E ora tocca ai mobili
Una volta che la cucina è stata svuotata, tocca ai mobili: «È la parte più importante e, in genere, più le cucine sono economiche e più lo smontaggio può essere insidioso» spiega Assembly.
E precisa: «Prima si smontano i pensili, poi le colonne e, infine, le basi prestando attenzione alla ferramenta. Consiglio di separare le parti più piccole così da non rischiare di perderle e ritrovarle con facilità in fase di montaggio».
Come? «Solitamente due sono le tipologie di viti presenti: quelle passanti che ricordano nella forma i bulloni e si infilano nei pensili, e le viti autofilettanti del 35 (la misura indica la lunghezza). Difficilmente vi sono altre componenti se non per esempio degli agganci particolari che servono se la cucina presenta delle gole - puntualizza Assembly - In questa fase, è opportuno togliere solo le viti necessarie per smontare i mobili e non tutta la ferramenta presente. Per esempio le cerniere delle ante restano o attaccate al mobile o all’anta stessa, non vengono staccate, proprio per non complicare il lavoro».
Definiti i pezzi, è il momento di separarli: «È bene mettere gli elementi uguali in uno stesso sacchettino. Torna utile anche distinguere quelli della linea alta, per i pensili, da quelli della linea bassa, per le basi. Se proprio si ha poca dimestichezza, potrebbe essere opportuno anche attaccare un’etichetta sul sacchettino con delle indicazioni. E per non perdere i sacchettini, consiglio di posizionarli tutti in un’unica scatola» conclude Assembly.
Una volta che la cucina è stata svuotata, tocca ai mobili: «È la parte più importante e, in genere, più le cucine sono economiche e più lo smontaggio può essere insidioso» spiega Assembly.
E precisa: «Prima si smontano i pensili, poi le colonne e, infine, le basi prestando attenzione alla ferramenta. Consiglio di separare le parti più piccole così da non rischiare di perderle e ritrovarle con facilità in fase di montaggio».
Come? «Solitamente due sono le tipologie di viti presenti: quelle passanti che ricordano nella forma i bulloni e si infilano nei pensili, e le viti autofilettanti del 35 (la misura indica la lunghezza). Difficilmente vi sono altre componenti se non per esempio degli agganci particolari che servono se la cucina presenta delle gole - puntualizza Assembly - In questa fase, è opportuno togliere solo le viti necessarie per smontare i mobili e non tutta la ferramenta presente. Per esempio le cerniere delle ante restano o attaccate al mobile o all’anta stessa, non vengono staccate, proprio per non complicare il lavoro».
Definiti i pezzi, è il momento di separarli: «È bene mettere gli elementi uguali in uno stesso sacchettino. Torna utile anche distinguere quelli della linea alta, per i pensili, da quelli della linea bassa, per le basi. Se proprio si ha poca dimestichezza, potrebbe essere opportuno anche attaccare un’etichetta sul sacchettino con delle indicazioni. E per non perdere i sacchettini, consiglio di posizionarli tutti in un’unica scatola» conclude Assembly.
Proprio per facilitare questa fase, prima di smontare i mobili, potrebbe essere pratico fotografare la cucina o fare uno schizzo o un disegno: «Quest’approccio è utile anche ai professionisti poichè non sempre chi si occupa dello smontaggio, seguirà anche il montaggio. Io, per esempio, sulla foto indico anche le misure così non rischio di sbagliare»
E gli elettrodomestici?
Qual è il momento migliore per smontare gli elettrodomestici? Sembra dipendere da traslocatore a traslocatore, ma generalmente colonna frigo, cappa, piano cottura, forno e lavello vengono staccati prima di smontare i pensili.
«A volte, se la cucina viene rimontata subito, può capitare che per velocizzare i tempi, gli elettrodomestici vengano lasciati incassati. Se, però, il montaggio avviene anche solo qualche giorno dopo, sarebbe opportuno smontarli» puntualizza Assembly.
A proposito di velocità, i pro specificano che lo smontaggio può essere eseguito anche dal privato ma probabilmente i tempi si potrebbero dilatare: «In base alla mia esperienza posso dire che due professionisti smontano una cucina lineare di 4 metri in genere in 3 ore. Una persona che ha dimestichezza con mobili e attrezzi arriva a impiegare una giornata, di più se invece non ha alcuna competenza in merito» conclude Assembly.
Qual è il momento migliore per smontare gli elettrodomestici? Sembra dipendere da traslocatore a traslocatore, ma generalmente colonna frigo, cappa, piano cottura, forno e lavello vengono staccati prima di smontare i pensili.
«A volte, se la cucina viene rimontata subito, può capitare che per velocizzare i tempi, gli elettrodomestici vengano lasciati incassati. Se, però, il montaggio avviene anche solo qualche giorno dopo, sarebbe opportuno smontarli» puntualizza Assembly.
A proposito di velocità, i pro specificano che lo smontaggio può essere eseguito anche dal privato ma probabilmente i tempi si potrebbero dilatare: «In base alla mia esperienza posso dire che due professionisti smontano una cucina lineare di 4 metri in genere in 3 ore. Una persona che ha dimestichezza con mobili e attrezzi arriva a impiegare una giornata, di più se invece non ha alcuna competenza in merito» conclude Assembly.
Compiti del traslocatore
Zak ricorda che la maggior parte delle ditta di traslochi - prima di occuparsi di elettrodomestici e mobili - slaccia la cucina, a patto che i rubinetti, le ‘saracinesche’, siano funzionanti e permettano di chiudere l’acqua una volta rimossi i tubi di lavandino e gas. E spiega che, invece, i traslocatori non hanno l’abilitazione per il riallaccio della cucina e che per questa operazione è opportuno chiamare l’idraulico. In genere non è necessario l’intervento di altri professionisti durante la fase di smontaggio, fanno però eccezione eventuali impianti di purificazione dell’acqua o tritarifiuti che è meglio far smontare prima del trasloco.
Guerini specifica che la maggior parte delle ditte di traslochi chiudono l’impianto del metano e l’impianto idraulico e, una volta staccati i tubi, mettono i tappi e li sigillano con il teflon, in modo da poterli riaprire quando serve.
Zak ricorda che la maggior parte delle ditta di traslochi - prima di occuparsi di elettrodomestici e mobili - slaccia la cucina, a patto che i rubinetti, le ‘saracinesche’, siano funzionanti e permettano di chiudere l’acqua una volta rimossi i tubi di lavandino e gas. E spiega che, invece, i traslocatori non hanno l’abilitazione per il riallaccio della cucina e che per questa operazione è opportuno chiamare l’idraulico. In genere non è necessario l’intervento di altri professionisti durante la fase di smontaggio, fanno però eccezione eventuali impianti di purificazione dell’acqua o tritarifiuti che è meglio far smontare prima del trasloco.
Guerini specifica che la maggior parte delle ditte di traslochi chiudono l’impianto del metano e l’impianto idraulico e, una volta staccati i tubi, mettono i tappi e li sigillano con il teflon, in modo da poterli riaprire quando serve.
Cucine più o meno facili
Esistono sul mercato moltissime tipologie di cucine, ognuna con caratteristiche diverse che vanno dalle dimensioni ai materiali. Queste diversità incidono sul trasloco. Zak afferma: «Le cucine più complesse da traslocare sono quelle ad angolo, in muratura o con i piani in marmo o quarzo. Questi possono rompersi facilmente in fase di smontaggio poiché sono molto fragili, dipende anche da come sono stati posati la prima volta».
Esistono sul mercato moltissime tipologie di cucine, ognuna con caratteristiche diverse che vanno dalle dimensioni ai materiali. Queste diversità incidono sul trasloco. Zak afferma: «Le cucine più complesse da traslocare sono quelle ad angolo, in muratura o con i piani in marmo o quarzo. Questi possono rompersi facilmente in fase di smontaggio poiché sono molto fragili, dipende anche da come sono stati posati la prima volta».
Quanto costa traslocare la cucina
Guerini spiega: «Ogni cucina va valutata dopo un sopralluogo in cui viene verificata la dimensione, il numero degli elettrodomestici, il materiale con cui è stata realizzata; sul prezzo finale incidono anche altre informazioni: a che piano si trova l’appartamento dal quale deve essere traslocata la cucina, se è facilmente raggiungibile con attrezzature e automezzi, a che piano va consegnata e, ancora, se va rimontata nello stesso modo, se va modificato il top o se sono necessari altri lavori di falegnameria che, generalmente, vengono eseguiti dalla ditta di traslochi se ne ha le competenze».
E aggiunge Zak: «Quantificare il costo del trasloco di una cucina non è semplice, indicativamente possiamo afferma che oscilla tra le 60,00 e le 90,00 euro al metro».
Guerini spiega: «Ogni cucina va valutata dopo un sopralluogo in cui viene verificata la dimensione, il numero degli elettrodomestici, il materiale con cui è stata realizzata; sul prezzo finale incidono anche altre informazioni: a che piano si trova l’appartamento dal quale deve essere traslocata la cucina, se è facilmente raggiungibile con attrezzature e automezzi, a che piano va consegnata e, ancora, se va rimontata nello stesso modo, se va modificato il top o se sono necessari altri lavori di falegnameria che, generalmente, vengono eseguiti dalla ditta di traslochi se ne ha le competenze».
E aggiunge Zak: «Quantificare il costo del trasloco di una cucina non è semplice, indicativamente possiamo afferma che oscilla tra le 60,00 e le 90,00 euro al metro».
Altro
8 Mosse per Traslocare in Una Casa Più Piccola
Piante e Decorazioni che Possono Traslocare con Noi
Questa storia è stata pubblicata il 22 gennaio 2018 e poi aggiornata
Vuoi salvare l’articolo per rileggerlo in futuro? Clicca su “Salva” e scegli se salvarlo in un Ideabook specifico che creerai tu (come “ristrutturazione cucina") oppure in un Ideabook dove raccogliere tutti i tuoi articoli preferiti.
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